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Cicli
artistici
Op art
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Tra la fine degli anni Sessanta e i
primi anni Settanta, Padovan si dedica alle sperimentazioni nel
campo della Op art, che egli interpreta essenzialmente in chiave
di scomposizione dell'immagine.
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A questo periodo appartengono tre
diverse tipologie di opere, che si basano rispettivamente sul
richiamo ai retini grafici per la scomposizione dell'immagine,
sui collage e sulle riflessioni.
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Nel primo caso, l'artista introduce l'uso di
retini per mascherare il supporto pittorico, sul
quale realizza l'immagine attraverso l'uso di vernici spray alla
nitrocellulosa. La ripetizione dei passaggi con diversi
colori e con lo spostamento del retino produce immagini
che richiamano l'ingrandimento del retino off-set,
tecnica di stampa che in quegli anni sta definitivamente
soppiantando la stampa tipografica e il rotocalco.
Superficie
lacerata, nitro spray su tela, 1974.
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Nel secondo caso è simulato ancora una volta il retino
tipografico, ma stavolta attraverso il collage di
minuscoli dischi di plastica su un suppoirto anch'esso
di plastica oppure di cartoncino, legno o metallo.

Senza titolo,
collage, plastica e acrilico su cartoncino, 1976.
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Infine, Padovan utilizza come supporti pittorici lastre
metalliche o specchi, al fine di sfruttarne le proprietà
riflettenti per sfondare il piano che contiene l'opera e
per portare all'interno di essa il mondo reale.

Riflessione, collage
e acrilico su specchio, 1977.
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Senza titolo, collage e nitro spray su tela, 1969

Plastica su lastra metallica, 1972.

Superficie lacerata, acrilico su tela, 1971.

Superficie, acrilico su tela, 1972.

Carlie Chaplin, nitro spray su carta e collage su tela,
1972.
Titolo dell'opera, plastica e nitro spray su lastra
metallica, 1974.

Superficie, collage e acrilico su tela, 1975.

Superficie lacerata 0047, nitro spray e acrilico su
tela, 1970.
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