MARIO PADOVAN

Risultati immagini per tavolozza

Pillole di storia dell'arte
Il Futurismo

Nel 1909, con la pubblicazione del manifesto a firma di Filippo Tommaso Marinetti su Le Figaro,  nasce e si sviluppa in Italia il Futurismo.

Il movimento futurista interessa tutte le discipline artistiche, introducendo nuove regole che rifiutano l’accademismo e il passato. Il valore comune a tutte le espressioni artistiche è l’esaltazione del progresso in tutte le sue manifestazioni e la tendenza al movimento e alla velocità.

Un anno dopo la nascita del movimento è pubblicato il manifesto dei pittori futuristi come allegato alla rivista Poesia. Al manifesto della pittura futurista aderiscono Umberto Boccioni, Carlo Carrà, Luigi Russolo, Giacomo Balla, Gino Severini, Antonio Sant'Elia.

La pittura futurista si sviluppa rapidamente adottando inizialmente gli stilemi del cubismo ma virando, intorno al 1915-'16, con il cosiddetto "ritorno all'origine", verso forme più plastiche e una figurazione più riconoscibile.

Mentre il primo futurismo è interpretato stilisticamente in modo predominante da Balla e Boccioni, il secondo futurismo esprime un'ampia pluralità di stili e appare quasi come un movimento eclettico. Particolare importanza assume, in questa seconda fase, il geometrismo di Balla e Depero.

A partire dal 1925 il Futurismo prima si contamina e poi converge con il Surrealismo e la Metafisica.


Umberto Boccioni, La città che sale, 1911.


Luigi Russolo, Dinamismo di un'automobile, 1912.


Carlo Carrà, Il cavaliere rosso, 1913.


Umberto Boccioni, Elasticità, 1916.