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Pillole di
storia dell'arte Il Surrealismo nasce tra il 1924 e il 1929 come evoluzione del Dadaismo sulla base di due diversi manifesti promossi da André Breton: il primo di tipo apolitico, il secondo di netta ispirazione socialista. Influenzato dalla lettura di Freud, Breton pensa di fondare un nuovo movimento artistico e letterario in cui il sogno e l'inconscio possano assumere un ruolo fondamentale. Il Surrealismo intende esprimere l’inconscio che emerge durante i sogni ma anche attraverso la libera associazione di parole, pensieri e immagini senza uno scopo preordinato o una progettualità. Per attivare l’inconscio e abbattere i freni inibitori, i surrealisti usano diverse tecniche. Tra queste un processo che chiamano cadavre exquis (cadavere squisito), che prevede la collaborazione di più artisti: uno di essi comincia l'operazione creativa scrivendo una parola, tracciando un disegno, una figura. Poi il supporto dell'opera passa agli altri partecipanti i quali, uno alla volta, ignorando quanto hanno fatto i precedenti, tracciano una parola o una figura. E così via fino a che l'opera è considerata conclusa. La denominazione di questo processo deriva dalla frase generata in occasione del suo primo impiego nel 1925 a Parigi per scrivere un testo poetico: le cadavre exquis boira le vin nouveau (il cadavere squisito berrà il vino nuovo). Oltre a quelle tradizionali, il movimento utilizza tecniche pittoriche quali il frottage (strofinamento), il grattage (raschiamento), il collage (incollaggio), l'assemblage (assemblaggio) e il dripping, ovvero il gocciolamento della pittura sulla tela. Max Ernst è il primo ad utilizzare quest'ultima tecnica, che sarà ripresa da Jackson Pollock nell'ambito dell'Espressionismo astratto. Tra i principali esponenti
della pittura surrealista si annoverano Salvador Dalì, René
Magritte, Joan Miró, Paul Delvaux, Max Ernst, Hans Arp,
André Masson, Meret Oppenheim, Yves Tanguy. |
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