MARIO PADOVAN

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Pillole di storia dell'arte
L'Informale europeo

Parallelamente alla nascita negli USA dell’Espressionismo astratto, in Europa si sviluppa il movimento detto Informale europeo.

Si tratta anche in questo caso di espressionismo, ma non di tipo astratto, in quanto nelle opere la figura è ancora presente e distinguibile, anche se fortemente alterata.

L'artista conserva il significato di ciò che è rappresentato, ma ne modifica la forma secondo le proprie emozioni. Da qui la definizione di “informale”, ovvero che non rispetta la forma tradizionale.

Esponenti dell’informale europeo sono Francis Bacon, Georges Mathieu, Jean Fautrier, Jean Dubuffet. In Italia si affermano Giuseppe Capogrossi, Lucio Fontana e, nella scultura, Arnaldo Pomodoro e Alberto Burri.

Bacon rivolge il suo interesse al corpo umano, che rappresenta sempre disgregato, deformato e deturpato da orribili smorfie.

Mathieu usa spremere direttamente i tubetti di colore sulla tela, riprendendo una tecnica già utilizzata da Van Gogh, e dipinge il più rapidamente possibile, per non dare spazio all'azione della mente.

Fautrier realizza sulla tela un fondo fatto di un impasto di colla e colore bianco, simile a intonaco, con l’aggiunta di polvere di pastelli e cera. Soprattutto nell'immediato dopoguerra i suoi soggetti sono macabri e inquietanti, con costanti riferimenti alle persecuzioni naziste.

Dubuffet manifesta interessa per l'arte ingenua, primitiva, priva delle influenze della ragione e della società.

In Italia, Capogrossi introduce un simbolo personale, il “tetradente”, con segno nero marcato, che denota affermazione e forza di volontà. Si esprime con colori netti, monocomatici e a campiture piene.

Lucio Fontana, personaggio eclettico e ribelle, vicino ai movimenti giovanili, produce dipinti, sculture e terrecotte introducendo lo “Spazialismo”, corrente che si interessa di esplorare lo spazio in tutti i suoi aspetti, unendo pittura e scultura: taglia le tele, in modo creare un dipinto tridimensionale.

Arnaldo Pomodoro realizza sculture in bronzo fatte di sfere aperte, lisce e lucide all'esterno, scabre e complicate all'interno, simbolo del contrasto presente nell'animo umano.

Alberto Burri utilizza materiali e tecniche nuove per la scultura: sacchi di juta, catrame, prodotti di scarto, acrovinilico su cellotex (vinavil su cellophane), talvolta bruciandoli. Crea il grande “Cretto di Gibellina”, ricoprendo le macerie della città con cemento bianco e scavandovi dei solchi. La sua è definita anche “Land Art”.


Francis Bacon, Studio da Velazquez, 1953.


Jean Fautrier, Trapezio, 1958.


Lucio Fontana, Concetto spaziale - Attese, 1966.


Giuseppe Capogrossi, Superficie 210, 1957.


Alberto Burri, Cretto G2, 1975.