MARIO PADOVAN

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Pillole di storia dell'arte
L'Arte performativa

Riprendendo una delle tecniche espressive già utilizzate dai dadaisti, alla fine degli anni Cinquanta artisti come Allan Kaprow, Joseph Beuys, Wolf Vostell e Nam Jume Paik propongono gli “happening” (accadimenti), una forma d'arte che interpreta l’opera d’arte non come oggetto ma come evento che la origina.

Gli happening sono azioni sceniche preordinate che prevedono il massiccio coinvolgimento del pubblico, che deve partecipare alla costruzione dell'opera d'arte spostando gli elementi che la compongono e interagendo con essi.

L'happening tende ad eliminare la distinzione dei ruoli dell'artista e del pubblico: il pubblico assiste all'evento partecipando all’azione e contribuendo in tal modo a realizzare l'opera d'arte.

Gli eventi possono includere proiezioni di diapositive, ascolto di musica improvvisata, azioni sceniche di vario tipo: una donna nuda sprofonda in un divano, un'altra spreme arance, un gruppo di artisti dipinge tele appese a tramezzi, altri artisti fanno girare cartelli e recitano testi o suonano uno strumento.

Un ruolo particolare nello sviluppo di questa forma d'arte è assunto dai Fluxus, un gruppo di artisti che si aggrega  nell’ambito di un festival musicale in Germania nel 1962. Tra questi Yoko Ono, che convince il marito John Lennon a trasformare in un happening pubblico il tentativo di concepire un figlio.

Negli anni successivi l'happening evolve gradualmente nella performance e la manifestazione artistica evolve nella cosiddetta Performance art (Arte performativa), con la nascita di numerosi gruppi in tutto il mondo.

Il termine, nato negli anni Settanta, si applica a espressioni artistiche prodotte attraverso la pittura, la scultura, la danza, la musica, il cinema, il teatro, il video e la poesia.

Elementi fondamentali della Performance art sono il corpo umano e il comportamento, i suoni, i colori, le immagini, l'olfatto e le parole. Con l'uso del corpo come medium artistico la Performance art genera la Body art (Gina Pane, Chrtis Burden, Vito Acconci) nel cui ambito alcuni artisti si esprimono anche infliggendosi ferite e sofferenze.

I più noti esponenti della Performance art degli anni Sessanta e Settanta sono Robert Fillou, Dick Higgins e Jackson McLow con le performance verbali; Merce Cunningham, Trisha Brown e Lucinda Childs con le performance sinestetiche; John Cage, Terry Riley, La Monte Young e Giuseppe Chiari con le performance acustiche.


Allan Kaprow, Yard, happening , 1961.


Yayoi Kusama, Alice nel paese delle meraviglie, happening, 1968.


Tadeusz Kantor, Panoramic sea, happening, 1967.


Harry Shunk, Jànos Kender, Yves Klein, Antropometria, happening, 1960.


Shozo Shimamoto, Bottle crash, Performance, 2011.