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Pillole di
storia dell'arte Parallelamente alla Pop-art, nasce negli anni Sessanta negli USA, e si sviluppa ulteriormente nel decennio successivo, l'esperienza della Op-art, acronimo di optical art. Si tratta di un movimento che si diparte dall'espressionismo astratto e utilizza principalmente illusioni ed effetti ottici, tipicamente di movimento, creati con l'accostamento di forme geometriche e soggetti astratti o sfruttando il colore. L'Op-art è inclusa da alcuni autori nel più vasto campo dell'arte cinetica, della quale, a loro parere, approfondisce l'esame dell'illusione bidimensionale del movimento. Ma l'illusione del movimento è argomento circoscritto solo ad una parte dell'Op-art, essendo altri artisti più orientati alla ricerca sulla costruzione ottica e sulla composizione intima dell'immagine (retinatura). Sono considerati precursori del movimento l'olandese Maurits Cornelis Escher e l'ungherese Victor Vasarely. I primi esperimenti cinetici furono realizzati dagli artisti Richard Anuszkiewicz, Bridget Riley, Julio Le Parc e Victor Vasarely, nelle cui composizioni l'effetto ottico è molto pronunciato. La prima citazione del termine "optical art" è contenuta in un articolo di Time Magazine dell'ottobre 1964, mentre la prima grande esposizione Op-art si tiene nel 1965 al MOMA di New York sotto il titolo "The Responsive eye". Vi sono esposte 120 opere di 99 artisti provenienti da 15 paesi. L'esposizione è definita da alcuni critici "l'incubo di un optometrista". Le tendenze interne al movimento danno luogo a correnti che si chiamano "Optical," "Retinal" o "Cool", "Hard-Edge Painting", "Visual Research", "The New Abstraction", "La Nouvelle Tendance", "Post Painterly Abstraction", "Color Imagery" e "Programmatic Art". I principali artisti presenti all'esposizione del 1965 sono Josef Albers, Richard Anusskiawicz, Hannes Beckmann, Paul Brach, Gene Davis, Karl Gerstner, John Goodyear, Robert Irwin, Ellsworth Kelly, Heinz Mack, Agnes Martin, Almir Mavignier, John McLaughlin, Kenneth Noland, Gerald Oster, Bridget Riley, Julian Stanczak, Jeffrey Steele, Frank Stella, Peter Anthony Stroud, Victor Vasarely, Ludwig Wilding. Fra gli artisti italiani protagonisti della mostra ci sono Enrico Castellani, Guido Molinari, Toni Costa, Edoardo Landi, Getulio Alviani, Alberto Biasi con gli artisti del "Gruppo N" e Piero Dorazio.Come principali esponenti della Pp-art in Italia si affermano negli anni successivi Getulio Alviani, Marina Apollonio e Alberto Blasi. L'Op-art ha dato luogo ad espressioni essenzialmente grafiche, volte ad ottenere effetti che inducono uno stato di instabilità percettiva allo scopo di stimolare il coinvolgimento dell'osservatore. Le elaborazioni grafiche sono state poi trasferite anche al mondo dell'abbigliamento (dando luogo alla moda "Op") e del design. |
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