MARIO PADOVAN

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Pillole di storia dell'arte
L'Arte concettuale

L’Arte concettuale si sviluppa negli Stati Uniti a partire dalla seconda metà degli anni Sessanta come tendenza a privilegiare, rispetto al risultato estetico e percettivo dell'opera d’arte, le idee e i concetti che ne sono alla base, che l'hanno motivata o che essa intende trasmettere all'osservatore.

La denominazione si deve a Joseph Kossuth, che la utilizzò per descrivere il suo obiettivo di giungere ad un'arte fondata sul pensiero e non più su un ormai frainteso ed equivoco piacere estetico.

Nel 1965 Kosuth realizzò l'opera “Una e tre sedie” che comprendeva una vera sedia, una sua riproduzione fotografica ed un pannello su cui era stampata la definizione da dizionario della parola "sedia": l'artista si proponeva di richiamare lo spettatore a meditare sulla relazione tra immagine e parola, in termini logici e semeiotici.

L'arte concettuale, che si afferma tra il 1965 e ilo 1980, nasce come punto d'arrivo del percorso che, dall'impressionismo in poi, tenta di sottrarre l'arte stessa ai vincoli formali e culturali.

Possono essere considerate arte concettuale esperienze artistiche anche molto diverse tra loro, tra cui:

  • la Land Art, in cui l’artista realizza l'opera d'arte interagendo direttamente con la natura e basandosi sulle strutture naturali;

  • l'Arte povera, che privilegia il concetto, il significato, la vitalità e l'energia dell'opera a discapito dell'aspetto esteriore;

  • la Body Art, dove l’espressione artistica si basa sull’uso del corpo umano;

  • la Narrative Art, che utilizza testi scritti e foto per costruire racconti dove i testi narrano una storia, mentre le foto ne narrano un’altra.

Sono considerate arte concettuale anche espressioni quali l’Action Art, le installazioni, gli happening, le performance, etc.

I principali esponenti dell’arte concettuale sono considerati negli USA Joseph Kosuth e Bruce Nauman; in Giappone On Kawara; in Europa Joseph Beuys; in Italia Vincenzo Agnetti, Mario Merz, Emilio Prini, Alighiero Boetti, Gino De Dominicis, Maurizio Nannucci e Sirio Bellucci.


Joseph Kossuth, One and Three Chairs, 1965.


Bruce Nauman, Sex and Death, 1995.


Vincenzo Agnetti, Libro dimenticato a memoria, 1970.


On Kawara, Dec. 29, 1977, 1977.


Maurizio Nannucci, Never move far from color, 1970-2011.